venerdì 29 gennaio 2010

della professione del giornalista

Capita che una libreria(a cui,lo confesso, sono particolarmente vicino), decida di non vendere l'ultimo libro di Vespa. Il motivo è politico in senso lato: si sente il bisogno di non appiattirsi ai diktat delle case editrici abdicando dal ruolo di libraio. Del resto, in Italia si pubblicano ogni anno decine di migliaia di libri e quindi tutti selezionano cosa vendere: il libro di Vespa non ha passato la selezione di quella libreria. Capita anche che il libraio, per economia di tempo, informi tramite un cartello formato A4 i suoi clienti di quella scelta. Non è una dichiarazione di guerra ma di autonomia. Passa il tempo, il cartello viene rimosso. Dopo un mese un blog, prostata, pubblica la foto di quel cartello. La cosa viene ripresa da Mantellini nel suo blog. E inizia la bagarre: giornalisti che passano la vita in redazione, spulciando i vari Friendfeed, scoprono la cosa. Attacco alla libertà di stampa! La solita sinistra stalinista, forcaiola con una spruzzata di travaglismo! Così afferma Libero. Il giorno dopo Pieluigi Battista dedica al fatto persino un articolo in prima pagina del Corriere: toni più smorzati, rivestiti di intellettualità, ma il senso non è molto diverso. E' poi la volta del Giornale, che invita addirittura a recarsi presso la libreria a protestare. Infine il Giorno rincara la dose. Contemporaneamente, in privato, scatta la macchina : il libraio viene contattato per interviste ai giornali sopracitati che quasi implorano di riattaccare il famigerato cartello per poterlo fotografare. La risposta è netta: grazie, ma non voglio ripetere le false foto di Ivo Jima.
Mie modeste considerazioni:
1) L'allarme libertà di stampa scatta su un libro di Vespa, edito da Mondadori e non su altri titoli.
2) Si scambia per attacco alla sopracitata libertà la libera scelta,nessuna libreria ha sugli scaffali tutti i libri "editati", di selezionare e proporre ciò che piace e interessa a scapito di ciò che non si ritiene valido. Non è questa la peculiarità del libraio che tu tanto rimpiangi, Battista?
3) La notizia non viene ripresa in tempo reale(due mesi fa)ma solo quando qualche blog molto letto ne parla. E' questa la professione del giornalista? Pigi, scusa la familiarità, ti costava molto alzare le.... prendere la metropolitana ed andare a farti una chiaccherata col libraio prima di scrivere il tuo pezzo? Ma già, un editorialista affermato forse si è un po' impigrito e, soprattutto, non ha obblighi verso la verità. Chissà, forse verso Vespa sì.

Ah, dimenticavo, in quella libreria Salinger viene venduto e consigliato.

giovedì 14 gennaio 2010

regionali

Mi riferisco alle posizioni del PD, ovviamente.
Le opinioni interne prevedono la catastrofe. Penso che il nodo irrisolto sia questo: candidare ovunque, o quasi, un candidato PD per impostare una politica di riqualificazione dell'immagine a lungo respiro, oppure contendere, regione per regione, la supremazia della destra puntando anche a "pareggiare", cioè eleggere, o appoggiare, un candidato anche non del PD: Bonino, Vendola, l'Udc in Calabria, ecc.... Una sorta di politica di contenimento del danno. La posizione di Bersani credo sia questa. La giudico interessante. Siamo però sempre alla questione dell'uovo e della gallina(nel senso di cosa sia meglio oggi o domani). Mi permetto di suggerirne un'altra: puntare al massimo di visibilità con parole d'ordine forti, al limite provocatorie, ma serie, rispetto ad un certo pensare unico. Perché non cominciamo a dire(scrivere)le cose come stanno? Siamo sicuri che non farà guadagnare voti? Gli altri spareranno, lo stanno già facendo, balle spaziali. E noi rispondiamo con il pomello del cambio?(manifesto elettorale di Penati, che poi si chiede come abbia perso la Provincia). Per quanto mi riguarda, la mia nuova macchina, se e quando arriverà, avrà il cambio automatico. Più comodo per le giunture ossee.